Articoli con tag: recensione

Jamaica by Amedei

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Onestamente non conosco la Jamaica come grande produttore di cacao, e forse proprio per questo ho voluto assaggiare questa tavoletta Amedei.
Purtroppo parto sempre un po’ prevenuto nei confronti dell’azienda toscana e, per ora, non c’è stata una volta che sia stato smentito.
Gli aromi sono piatti, nessuna nota di spicco a parte i classici odori Amedei. Il temperaggio come sempre è ben eseguito.
In bocca si scioglie bene e sprigiona lievi note di tabacco, legno, frutti tropicali leggermente aciduli e olio. Un finale amarognolo che non riesco ben a identificare rimane nel palato.
Un’altra delusione? Boh, forse pretendo troppo, oppure il cioccolato Amedei deve piacere al pubblico, non ai degustatori…

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Repubblica Dominicana by COOP

Altro giro altro regalo, Seconda tavoletta COOP realizzata da Icam.
Questa volta viene utilizzata una massa di cacao ottenuta da fave della Repubblica Dominicana.
Leggeri sentori di frutta esotica e frutti rossi, che si disperdono in un battibaleno nel palato e lasciano spazio a un amarognolo non troppo piacevole. Segue una sensazione alcolica.
Insomma, un altro prodotto da scartare se si cerca la qualità, ma meglio dell’Ecuador.

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Ecuador by COOP

Non sempre si pò parlare solo di buon cioccolato, ogni tanto bisogna assaggiare e giudicare ciò che già di partenza immaginiamo essere di bassa qualità.
Acquistando un prodotto da 90 centesimi non ci si può aspettare grandi cose, ma devo dire che ce ne sono di peggiori a prezzi più alti.
Dietro questa tavoletta “fior fiore” c’è l’esperienza Icam, leader del settore per la produzione di massa, burro di cacao e cioccolato in Italia. Così, al di là dell’ingrediente non ben definito “aromi”, l’assaggio l’ho eseguito ugualmente.
L’odore è anonimo, o meglio, Icam.
In bocca si scioglie bene, debolissime note floreali (con tanta fantasia) e un dolciastro atipico che si trasforma in breve in un amarognolo fastidiosissimo in gola, tipico del CCN51.
In conclusione, non è una tavoletta da degustare, forse nemmeno da mangiare, ma costa 90 cent…

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Praline by Slitti

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Slitti non è proprio il produttore di cioccolato che preferisco, ma al di là del fantastico rapporto qualità-prezzo, ci sono alcuni prodotti che meritano veramente attenzione. Le praline sono tra questi.
Sono realizzate con cura, varietà e qualità, quasi tutte con un ottimo bilanciamento tra cioccolato e ganache, qualcuna secondo me andrebbe rivista, ma sono gusti personali.
La “camicia” è ben fatta, con un buon temperaggio del cioccolato e la ganache non è da meno.
Le migliori, a mio avviso, sono quelle con: passion fruit, caffè (per forza, Slitti è Slitti), cannella, rhum (e io non amo gli alcolici) e anche al tè. Da non escludere le altre, perchè sono qualitativamente molto valide.
Un bel mix e via…

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Blanco de Criollo by Amedei

Mi ero ripromesso di non seguire le orme di molti e, nonostante l’avessi assaggiato il prima possibile, mi ero tenuto in silenzio.
Purtroppo non resisto a tenere per me certe considerazioni, così ho deciso di pubblicare questa recensione.
Partiamo dal fattore mediatico.
Amedei ha presentato la sua nuova tavoletta a Milano, con la stampa. Ha aggiunto un bellissimo “Limited Edition” sulla confezione, ha sbandierato di aver usato il Blanco de Piura (come anche il nome della tavoletta ci fa pensare) e che solo loro dopo anni di ricerca l’hanno acquistato dai coltivatori peruviani, poichè è un grande cacao (ma dai?!).
Si sono però lasciati andare a qualche “confessione” che mi ha messo tanti dubbi.
La tavoletta è un BLEND! Ma come, hai un cacao meraviglioso, fantastico, il top del mondo…e crei un blend? Per quale motivo? Come mai allora dici che è una limited edition?
Certo, se uno ha pochissima quantità di Blanco de Piura, non può certo creare una tavoletta in “purezza”, però non andare in giro a dire di usare quel cacao e non metterci nemmeno il suo nome sopra…
Inoltre, questo blend, è realizzato con l’80% di cacao criollo e il 20% di altro cacao (sempre del Perù). Mh, interessante. Ma criollo che cosa vuole dire? E’ tutto Blanco, o ce ne sono anche altri tipi? Boh…
Al di là di tutte queste domande, e segreti (tipici di Amedei), l’assaggio ho cercato di farlo nella maniera migliore possibile, anche se certe aspettative le nutrivo (e sono state deluse).
Aperto il flow-pack, mi sono ritrovato davanti ad una tavoletta piuttosto scura, ma non c’era del criollo dentro (soprattutto del Blanco)?
Aromaticamente siamo sempre sul buon odore di cacao, legno e tabacco, mescolato ad una punta dolce di vaniglia (odore abbastanza standard per l’azienda toscana), c’è da dire che al contrario dei classici c’è anche un leggero aroma di prugna…
In bocca, si scioglie bene (complice il burro di cacao) e si sprigionano note di mandorla, sottobosco, tabacco, legno, prugna e pera, tutte coperte da un “bel” sentore di crosta di pane…bruciata.
Sul finale un mix di liquirizia e menta che svaniscono dopo poco, sorprendendo per la “breve” persistenza, di questo cioccolato,  al palato.
In conclusione, vi consiglio di provarla per discuterne, per esprimere il vostro parere, per darmi di incapace, insomma…per qualunque motivo, ma poi sono sicuro che la cifra esorbitante richiesta per l’acquisto, non la rispenderete mai più…

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Guasare by Domori

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Il Guasare è un antico cacao che Gianluca Franzoni ha reperito presso la Banca Genetica del Cacao, e che ha deciso di piantare nei terreni dell’Hacienda San Josè in Venezuela. E’ un criollo purissimo, che produce pochi semi.
Quest’impresa è partita circa sei anni fa e solo ora le piante hanno cominciato a produrre (in media una pianta di cacao comincia la produzione a 3-4 anni, il raccolto è stato molto scarso, solo 6 quintali di semi per 20 ettari di piantagione.
Domori non si è comunque demoralizzata e ha cominciato a produrre questa nuova tavoletta, che è ancora in fase di “sperimentazione”
Il risultato è stato strepitoso, tanto che anche agli ICA ha ottenuto un argento (un ottimo risultato per una tavoletta appena nata).
Dopo questa breve introduzione passiamo alla descrizione di questo prodotto “raro” e di grandi prospettive.
Dopo aver aperto il classico packaging dell’azienda torinese, si rimane subito colpiti dal colore della mattonella, un marrone chiaro che ricorda un cioccolato al latte, gli aromi sprigionati sono notevoli e forti.
In bocca: il “delirio”. Un’infinità di note aromatiche si scambiano, dando all’assaggiatore un’esperienza gustativa a 360 gradi.
Si passa dalle note di legno, tabacco e caffè, a quelle speziate di cannella e pepe, per poi passare alle più profumate note di fiori, agrumi e mela verde e finire nei “rotondi” sentori di datteri, pane, miele, mandorla, noce pecan e caramello.
Una complessità esagerata che dona un piacere immenso per la capacità di passare dall'”amaro” (tra virgolette, perchè di amaro questa tavoletta non ha nulla), all’acidulo, al dolce.
Consiglio caldamente a tutti di affrontare almeno una volta la spesa (costa abbastanza caro), perchè ne vale veramente la pena (e anche ogni centesimo).
A mio avviso questo è il miglior cioccolato che abbia mai assaggiato!

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KKO by Enric Rovira

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Ci ho pensato a lungo prima di pubblicare questa recensione, perchè il prodotto in questione è molto particolare.
Una piccola premessa è d’obbligo.
KKO non è un prodotto, è un’esperienza. Nasce dalla collaborazione tra Enric Rovira e Claudio Corallo e, come per molti altri prodotti dello spagnolo, è un momento di riflessione e di apertura mentale verso un mondo poco conosciuto, ricco di sorprese.
Il design è in pieno stile Rovira e all’interno della grossa scatola bianca ci sono altre tre scatoline colorate e un libro ricco di foto e descrizioni.
Il concetto principale è quello di dare all’assaggiatore la possibilità di vivere tutte le trasformazioni che il seme del cacao compie per arrivare a diventare cioccolato.
KKO, infatti, è un percorso che parte dalla fava cruda, passa per quella tostata ed arriva ad una massa 100% da accompagnare ad un distillato realizzato utilizzando la “mucillagine” che ricopre il seme appena raccolto.
Un’esperienza da vivere in compagnia di altri appassionati che hanno voglia di provare le stesse emozioni, di ascoltare la potenza del cacao africano di qualità.
In conclusione, se riuscite a trovarlo (superando l’impatto con il costo) e avete degli amici desiderosi di passare una serata diversa (senza dover guidare, perchè il distillato è un po’ forte), vi consiglio di provare questa esperienza sensoriale nuova.

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70% Raw by Pacari

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Questa tavoletta è la campionessa indiscussa degli ultimi ICA, oro nel fondente e sicuramente un cioccolato molto particolare che ha spalancato le porte a Pacari.
La “novità” consiste nel lavorare fave di cacao “crude”, cioè tostandole a temperature bassissime e per poco tempo, in maniera da preservare al meglio le note aromatiche del seme.
Al di là di questo, il prodotto è ben realizzato, mostra un temperaggio perfetto e un colore leggermente scuro (si tratta poi sempre di Arriba Nacional).
Nel palato una sinfonia di note aromatiche: legno, tabacco, fiori bianchi, agrumi, ribes, lampone, albicocca e cannella.
Una freschezza e un’armonia meravigliosa che fanno di questo cioccolato un must per tutti i degustatori e gli amanti del fondente.
Unico difetto? un po’ troppo dolce sul finale, forse…

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Fondente by Lindt

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A volte capita che qualcuno ti porti una tavoletta di cioccolato perchè sa che ti piace, e ti regala un bel Lindt Fondente della linea classica.
Il problema è quasi sempre quello di fare capire che il cioccolato che ti hanno appena donato, non è buono o non ti piace.
Così, preso dalla curiosità di riassaggiare con consapevolezza un prodotto che normalmente non acquisto, con fare da professionista ho “degustato” il prodotto.
Aperto l’incarto, il prodotto sembra ben fatto, ma l’odore lascia a desiderare. Vanillina e qualcosa di cacao.
All’assaggio risponde di tutto tono con zucchero, poi zucchero e ancora zucchero, leggera vanillina e cacao, ma proprio a volerli sentire. Rimane giusto un po’ di amaro, dovuto al cacao probabilmente di bassa qualità, e un “bruciore” in gola dovuto all’eccessivo uso di zucchero.
Insomma, se volete mangiare un po’ di zucchero, prendetevi una bustina al bar, costa anche meno.

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Re-review Piura Quemazon by Pacari

Ho avuto occasione di ri-assaggiare questo prodotto che avevo recensito diverso tempo fa.
Questa volta il prodotto era ben conservato e non aveva subito danni nei viaggi che l’hanno portato fino al mio palato, di conseguenza credo che questa recensione sia più attendibile della precedente.
La nuova confezione è più moderna, garantisce più protezione ed è anche più bella per gli occhi.
Al di là del packaging, il prodotto riconferma un aroma strepitoso che riempie le narici, agrumi e frutta esotica sono i primi odori a sconvolgere l’olfatto insieme all’odore del cacao leggermente tostato.
Nel palato una sinfonia di sapori freschi con un’acidulezza estrema piacevole che non cade mai in “aceticità”. Note di agrumi, arancia candita e frutta esotica come mango e ananas. Freschezza floreale (soprattutto fiori bianchi), cannella, mandorla e miele.
A questo giro, l’astringenza è quasi zero e non c’è amarezza di alcun tipo. Fantastico!
Purtroppo è un prodotto rarissimo, in edizione limitata e che non vedremo fino al prossimo raccolto…

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